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Martedì 29 marzo, il Liceo “Soleri -Bertoni” di Saluzzo ha ospitato la dr.ssa Roberta Vicini, Giudice per il Tribunale dei minori di Torino, per un incontro formativo inserito nell’ambito delle attività di Educazione alla Legalità e alla Cittadinanza. “Quando la casa, la scuola, la strada ed il web diventano la scena del crimine” il tema proposto e trattato dalla dr.ssa Vicini per l’evento cui ha aderito la docente di Diritto ed Economia, prof.ssa Antonella Mercuri, con le classi 3^DB, 3^C, 3^LB, 3^E, 4^EA, 4^EB.

Un tema di interesse rilevante perché inerente la vita quotidiana degli studenti sempre più esposti a modelli comportamentali negativi.

Il giudice Roberta Vicini ha spiegato ai ragazzi come proprio nei luoghi che fisiologicamente dovrebbero essere deputati alla loro crescita e alla loro formazione, spesso vengono commessi dei reati. Passando poi ad elencare quelli più frequenti: maltrattamenti, abusi sessuali, percosse, lesioni, omicidi, rapine, porto abusivo di armi, violazione della normativa sugli stupefacenti, estorsioni, atti persecutori.

Prima di dialogare con gli alunni sui comportamenti da adottare per non cadere nei meccanismi di quei contesti sociali che non educano alle regole e ai sentimenti, la dr.ssa Vicini si è soffermata  sulle fasi del  procedimento penale minorile che seguono alla notizia di reato.

Puntualizzando poi come nel processo penale si distinguono la responsabilità materiale e la responsabilità soggettiva che si fonda sull’imputabilità, le cui cause di esclusione sono la manipolazione da parte di un adulto e l’immaturità del minore. Sono tanti, infatti,  i casi in cui i minori commettono gravi fatti di reato senza averne la consapevolezza. Un aspetto che viene affrontato dal Tribunale dei Minori attraverso strumenti come “presa in carico, interventi educativi, sociali, psicologici, affidamenti”.

Precisando ancora il ruolo del Tribunale dei Minori come terzo ente che educa, dopo la famiglia e la scuola. «Spesso -ha spiegato il giudice Vicini-  si riscontra nei ragazzi la mancanza di empatia, l’assenza di dolore e l’indifferenza davanti ad un’azione orrenda. Una condizione causata da una mancata educazione da parte della famiglia, impegnata in altro o appartenente a contesti culturali diversi, e della scuola, per mancanza di risorse; dall’uso degli schermi e di internet che tolgono l’abitudine a pensare, che abituano alla velocità dei cambiamenti, che propongono modelli irraggiungibili causando frustrazione; dall’ignoranza come mancanza di informazione; dall’isolamento come incapacità di interagire, di relazionarsi».

Anche in questi casi, il Tribunale dei minori interviene sia con provvedimenti a favore delle famiglie, sia rieducando i minorenni, dopo la commissione del reato, con la risocializzazione.

Al fine di contrastare questi reati, il giudice ha ribadito agli studenti come sia necessario il rispetto delle regole. « E’ fondamentale -ha affermato- rispettare le regole che servono per essere liberi e non soccombere, ma anche vigilare e mettere gli altri nelle condizioni di farlo, per non trovarsi, un domani, ad essere gli autori, le vittime, gli amici o parenti o semplicemente i cittadini di una società in cui dover fare i conti con il caos o l’ordine imposto».

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