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Grazie e forza ragazzi!

 

Poche parole mi girano per la testa in questi giorni confusi di scuola finita semplicemente con un click, quello per spegnere Zoom o Meet o simili.

Ma la scuola che conosco io è sempre finita con un ultimo giorno che si aspettava sin dal primo, con i sorrisi sfiniti dei prof esauriti e gli sguardi tristi dei bidelli, con i festeggiamenti di “benvenuta libertà”, con l’ansia per la pagella, con i progetti per le vacanze, per l’università, per il lavoro. E quest’anno? Idem ma a distanza, senza però quegli abbracci e baci e sguardi e sorrisi che dal vivo e da vicino hanno tutto un altro sapore, e questo, voi ragazzi e ragazze di quinta non lo avete avuto. Non avete vissuto gli ultimi mesi del vostro percorso da studenti di liceo gomito a gomito con il vicino di banco che davate per scontato o con la prof che entrava in classe e sorteggiava il vostro nome per l’interrogazione o con la preside che vi ricordava i vostri doveri di studenti o con i bidelli che entravano in classe per leggere questa o quella circolare o ancora con la campanella, benedetta a volte, maledetta spesso a scandire le vostre mattine. Non avete finito con la sfilata nei corridoi, con i più giovani ad ammirarvi e invidiarvi un po’ per il traguardo vicino, con i docenti a scrutarvi ancora una volta nel vostro liceo, con i bidelli con le lacrime agli occhi per i cinque anni durante i quali li avete conquistati e anche scocciati.

Tutto questo e molto altro, non lo avete avuto e vissuto.

Però avete sperimentato un quadrimestre alquanto bizzarro, iniziato con una lunga vacanza di carnevale e trasformatosi in isolamento e distanziamento sociale, in didattica a distanza, in messaggi da ogni dove che riempivano caselle di posta elettronica, bacheche di registri elettronici, chat WhatsApp, piattaforme digitali e chi più ne ha più ne metta. Avete ritrovato i vostri compagni e i vostri insegnanti su uno schermo, nessun bidello, niente preside, nessun altro alunno della scuola, niente aula, solo icone. Avete fatto i conti con il giorno dell’esame di maturità che sarebbe comunque arrivato ma attraverso sentieri insoliti e sconosciuti, vie mai esplorate e percorsi inattesi.

Mai avreste pensato che quella sarebbe diventata la vostra quotidianità fino al 10 giugno, e poi ancora.

A pensarci bene però, voi forse, avete avuto molto di più: avete avuto la possibilità di dimostrare la vostra resilienza e la vostra capacità di adattamento, avete sviluppato un pensiero ancora più critico per la situazione che stavate vivendo, avete riflettuto, discusso, pensato e ripensato. Avete tenuto duro, studiato, mai mollato, a volte ceduto alla disperazione ma sempre lottato, vi siete rialzati e avete ripreso il vostro cammino. Avete dimostrato che ci tenete al vostro futuro e sapete prendervene cura. E noi docenti vi abbiamo apprezzato, a volte senza dirvelo e ora è giusto farvelo sapere, dirvi che siamo fieri di voi, della vostra forza e della vostra energia, del vostro coraggio e della vostra determinazione. Vi ammiriamo perché avete pazientato e vi siete districati nella giungla di proposte e novità per l’esame, vi siete adattati a ogni cambiamento e risposto alle più disparate esigenze di noi insegnanti. Siete un esempio di tenacia e solidità, spesso pensate e credete di essere fragili ma siete stati un esempio di stabilità e forza e ci avete, ancora una volta, dato un buon motivo per continuare a fare il nostro mestiere che grazie a voi riacquista il sapore della passione che ci ha spinto a sceglierlo.

 

Grazie ragazze e ragazzi di quinta e in bocca al lupo!

 

Una docente e mamma, che augura al proprio figlio, ai suoi compagni e ai propri alunni buona maturità e buona vita

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